Come Risparmiare sulla Moda con lo Shopping Online
Lo shopping, oggi, viaggia sui circuiti immateriali della rete, e che siano vestiti, profumi, accessori, oppure viaggi, musica, pornografia e libri, poco importa. Il metodo è veloce, generalmente sicuro, e non conosce orari. Certo, si può tradurre in un danno immane per il portafogli e il bilancio familiare, soprattutto per i malati di shopping compulsivo — che tra i modaioli sono tanti — ma in fondo è un rischio calcolato.
Per la moda, il commercio in rete è un bene o un male? E per i consumatori e i fruitori? In un caso e nell’altro, è un bene, come ogni ritrovato della modernità. Cum grano salis, naturalmente. Certo, così non la pensano i commercianti al dettaglio, bastione superstite dei vecchi ma sempre solidi e ben più affidabili canali di distribuzione. Questi anzi torcono il naso alla menzione dell’ecommerce, costretti come sono a fronteggiare da un lato un nemico immane e nefasto, la CRISI, dall’altro il nuovo nemico cibernetico, che è potente e minaccioso almeno quanto è invisibile.
La rete, nel commercio come in ogni altro campo, ha avuto il ruolo di una vera testa d’ariete: ha abbattuto per sempre le vecchie barriere, consentendo una circolazione di beni, di idee e di informazioni mai vista prima. Certo, il moltiplicarsi delle possibilità è corrisposto a un abbassarsi repentino e drastico, fino quasi al totale azzeramento, delle capacità critiche — nel pensiero, come nell’acquisto —ma questo è solo un segno dei nostri tempi di bla-bla infiniti e inconcludenti, di sperperi programmati e negazione di ogni freno inibitore.
Rete e moda, si diceva: un’accoppiata di perfezione diabolica. Oggi i canali di e-commerce consentono al fashionista incallito, ma relegato nelle profondità deprimenti e isolate della provincia, di avere esattamente ciò che vuole, anche se in città o in paese non lo trova: basta un clic, e una visita a uno dei tanti virtual store presenti nel cyberspazio. L’offerta è vastissima, così come la specializzazione: c’è Yoox un po’ per tutti, Netaporter per i sofisticati, l’italiano The Corner per chi cerca prodotti di gran nicchia. E questi sono solo esempi a caso.
Molti commercianti vecchio stampo, per mantenersi al passo coi tempi, hanno nel frattempo deciso di affiancare al negozio tradizionale quello virtuale, in pratica aprendo le proprie boutique a una utenza non cittadina, ma mondiale: scelta saggia, che ha aumentato i volumi d’affari.
Intanto, anche i marchi e le griffe si sono buttati sul business dello store virtuale, aprendo negozi monomarca spersi nell’etere. C’è addirittura chi, come Burberry, ha avuto una trovata veramente mefistofelica: il pre ordine online. In pratica gli adepti devoti e i fan sfegatati del marchio possono prenotare i pezzi cult in diretta su Internet, mentre guardano lo show, reso democraticamente fruibile a tutti gli utenti della rete, e poi aspettare il tempo necessario per avere i pezzi a casa. In questo modo sono contenti tutti: il marchio che produce i fantastici ma spesso assurdi show pieces solo nelle quantità prenotate, e i clienti, che si possono accaparrare gli show pieces stessi, spesso introvabili nel mondo reale. Si aggiunga che in rete non ci sono orari di apertura, e nemmeno commessi sussiegosi che insistono o fanno comprare la sola, e voilà, il gioco è fatto.
Si è dunque trovata la panacea allo shopping contemporaneo? È forse troppo presto per cantar vittoria. Certo, l’e-commerce ha moltiplicato le possibilità di approvvigionamento, per tutti i modaioli veri, o anche solo per i clienti esigenti. Però ha un contraltare: crea una vertigine da accumulo. In pochi minuti, convinti anche dalla possibilità di rendere indietro la merce e di non farsi in questo modo fregare, si acquistano quantità di abiti e accessori spaventose, peraltro senza nemmeno provarli (per questo sono allo studio sistemi di camerini virtuali), anche se alcuni siti hanno condizioni particolarmente vantaggiose per i resi, come Yoox. Nel frattempo, il buon vecchio rituale dell’acquisto in boutique va a farsi benedire, sostituito da una sterile transazione cibernetica. Che fare? Inutile, come sempre, resistere al progresso. Basta forse un po’ di responsabilità e di senso critico: mescolare gli acquisti online con quelli veri potrebbe essere la via giusta, e un modo per evitare inutili sprechi. Ricordando che, per tutto ciò che non viene indossato, c’è sempre eBay, dove si rivende ogni cosa.